La Commedia dell’Arte è uno dei più importanti fenomeni teatrali, capaci di attraversare ben cinque secoli di storia e di mostrare ancora oggi tutta la sua contemporaneità. Nasce nel XVI secolo in reazione all’accademico Teatro di Corte, appannaggio di nobili che si dilettavano nell’arte attoriale, ad opera di attori che provengono dal popolo e che sentono l’esigenza di parlare e comunicare con esso. Innovatori e rivoluzionari, un po’ per sfuggire alla vita precaria, un po’ per creare un ordine nuovo, i comici dell’Arte si organizzano in gruppi ben formati, dotati di una vera e propria struttura operativa e amministrativa. Abbiamo notizia di regolari contratti e dichiarazioni notarili che non solo disciplinavano l’attività teatrale e le mansioni interne al gruppo ma anche i rapporti con i commercianti, con nuovi attori, con i fornitori per l’acquisto dei costumi e degli oggetti scenici, nonché la promozione dei propri spettacoli. Anche grazie a tale organizzazione il fenomeno Commedia dell’Arte si allargò a macchia d’olio, invadendo città, regioni e infine Paesi interi. La vita della compagnia è una vita fatta in comune e scandita da tempi ben precisi: tra un momento di vita quotidiana e l’altro si provano nuove scene, si scrivono i canovacci, si rinnova il repertorio e, quasi inconsapevolmente, si crea la realtà del professionismo attoriale come dimostra anche l’ufficiale ingresso delle donne in un mondo fino ad allora prettamente maschile.
Dove risiede la ragione del successo della Commedia dell’Arte? Sostanzialmente in tre fattori: il linguaggio, l’uso delle maschere e l’improvvisazione, caratteristiche che mostrano l’adattabilità e la versatilità del genere. Iniziamo dal linguaggio e dall’uso della maschera: i comici dell’Arte comunicano utilizzando forme espressive diverse che vanno dalla battuta popolare al lazzo, dalla gestualità fantasiosa al gergo sottratto alla quotidianità, utilizzando maschere tipizzate e ben integrate nella cultura popolare. Ogni maschera è caratterizzata da un determinato tipo di linguaggio e ogni maschera annuncia con chiarezza la tipologia del personaggio che rappresenta e il suo carattere. Si tratta di elementi leggibili e validi a qualsiasi latitudine e da qualsiasi pubblico, colto o non colto che sia. La Commedia dell’Arte, infatti, ha attinto alla vita quotidiana, ha generato un linguaggio che appartiene all’Uomo, che si nutre di pensieri, sentimenti, intenzioni ben individuabili. Altrettanto efficace, in questo percorso di universalità del genere, è stato l’uso dell’improvvisazione a discapito della recitazione impostata e accademica. Si tratta di un modo di recitare non più basato su un copione definito, bensì “all’improvviso”, con il solo supporto del canovaccio, un paio di fogli contenenti la trama grezza dello spettacolo e le tracce per l’improvvisazione. Quest’ultima, per sua natura, comportava non solo un alto grado di interazione con il pubblico ma anche un lavoro di gruppo di spessore, la comunicatività, la creatività spontanea, la capacità di prendersi dei rischi dal momento che non si ha neppure la conoscenza di cosa faranno i compagni in scena e la prontezza di decisione. Insomma, per dirla in poche parole, i comici dell’Arte avevano studiato e compreso il clima aziendale, lo avevano misurato in diverse occasioni ed erano, ormai, in grado di adattarsi ad ogni situazione. Per clima aziendale si intende, in questo contesto, l’insieme delle modalità organizzative e delle percezioni ad esse collegate, in funzione, anche e soprattutto, alla capacità di soddisfare bisogni e finalità di chi compone l’organizzazione. Si deduce che il miglioramento del clima aziendale sia strettamente collegato al miglioramento del servizio offerto da una qualsiasi azienda, il cui stato di salute, dunque, diviene presupposto fondamentale.
Cosa hanno fatto i comici dell’Arte per migliorare il loro clima aziendale? Hanno deciso con chiarezza i compiti e assegnato a ciascuno le proprie responsabilità (capocomico, innamorata, innamorato, vecchio, zanni: ogni maschera ha il proprio repertorio e il proprio ruolo nella piece); hanno individuato un leader capace di guidarli e organizzarli (il capocomico), hanno imparato a lavorare in autonomia (ogni maschera rappresenta un ruolo a se stante) ma hanno anche compreso il valore della coesione, dell’aiuto reciproco e dello spirito di squadra. Ma non finisce qui!
Come una vera impresa moderna e all’avanguardia hanno compreso e applicato le tecniche di coinvolgimento dell’intera squadra nel raggiungimento dell’obiettivo finale (la rappresentazione); applicato linguaggi innovativi e modus operandi nuovi capaci di favorire lo sviluppo interno e la nascita di nuove proposte (improvvisazione) e soprattutto hanno saputo, attraverso la distribuzione dei ruoli e l’organizzazione attenta del lavoro, garantire la libertà di espressione. In ogni azienda, come in ogni nucleo di persone, è necessario che ciascun individuo abbia la possibilità di esprimere liberamente le proprie emozioni e le proprie opinioni, che sia in grado di assumersi delle concrete responsabilità nei confronti dell’impresa e che riesca a sentirsi parte di un “tutto”. E’ facile intuire, al giorno d’oggi, l’influenza che un buon clima aziendale ha sulla produttività e sulla competitività di ciascuna impresa e quanto sia necessario rispondere alle aspettative di soddisfazione, ai desideri e ai bisogni di crescita, ma più complesso lo era, senza dubbio, nel sedicesimo secolo. Eppure superando ogni forma di resistenza e facendo della propria capacità di adattamento il proprio punto di forza, la Commedia dell’Arte è riuscita a preservare la propria vitalità e centralità esportando modelli e attori fino ai nostri giorni.