Skip to content

Ignoranti e pericolosi ovvero perché la Terra è piatta e il 5G ti fa venire il Covid

Nel 1995 McArthur Wheeler svaligiò a volto scoperto, nello stesso giorno, due banche di Pittsburg. Grazie alle telecamere di sorveglianza fu riconosciuto e arrestato nel giro di poche ore. Quando gli furono mostrate le registrazioni che lo avevano incriminato Wheeler manifestò un evidente stupore: prima delle rapine si era cosparso il viso di succo di limone, nella convinzione che questo lo rendesse invisibile. Aveva infatti scoperto che col succo di limone si ottenevano scritte invisibili fino a quando non si avvicinava il foglio a una fonte di calore.

Questo caso ha indotto gli psicologi David Dunning e Justin Kruger, della Cornell University, a formulare l’ipotesi che l’ignoranza non solo generi scelte e comportamenti sbagliati, ma anche renda le persone erroneamente fiduciose di sé (effetto Dunning-Kruger). Si tratta di una distorsione cognitiva a causa della quale individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità mentre, per contro, persone davvero competenti tendono a sminuire o sottovalutare la propria reale competenza (cfr. fig. 1).

Fig. 1 – L’effetto Dunning-Kruger

Concetti non nuovissimi: potremmo citare a proposito Socrate, Platone, Shakespeare, Bertrand Russel. Però è nuova la precisione scientifica con cui Dunning e Kruger hanno analizzato il fenomeno in un citatissimo articolo del gennaio 2000 sul Journal of Personality and Social Psychology[1]. Interessante, tra i tanti, il test sull’umorismo. L’esperimento ha coinvolto 65 studenti della Cornell, la cui efficacia nel raccontare barzellette è stata valutata da otto famosi comici americani che si sono prestati a collaborare. Al termine della prova è stata confrontata l’autovalutazione degli studenti con quella effettuata dai professionisti (fig. 2): è evidente sia la sovrastima della propria abilità da parte dei peggiori performer, sia la sottostima da parte dei migliori.

Fig. 2 – Abilità umoristica percepita rispetto all’abilità effettiva

L’effetto Dunning-Kruger è riconoscibile in diverse circostanze della vita sociale e politica. È molto evidente, in particolare, nelle posizioni antiscientifiche, tra cui forse l’esempio più noto è quello del cosiddetto “terrapiattismo”.

Le origini sono lontane. Nel 1849 Samuel Birley Rowbotham, eccentrico inventore e scrittore inglese, pubblicò, con lo pseudonimo di Parallax, un pamphlet di 16 pagine intitolato[2] “Astronomia zetetica: la Terra non è un globo”. Ovviamente la credenza di una Terra piatta è molto antica, ma la nozione di sfericità è stata considerata un fatto acquisito sin dai tempi di Platone e Aristotele. Tesi accettata, con qualche piccola resistenza, anche dalla Chiesa cristiana antica. Dai tempi di Sant’Agostino in poi pochissimi autori cristiani si opposero infatti alla sfericità della Terra, mentre il tema prevalente del dibattito teologico si concentrava sulla possibile esistenza degli abitanti degli antipodi, immaginati come un continente separato dal vastissimo e invalicabile oceano equatoriale.

Secondo il modello di Rowbotham, la Terra sarebbe un disco piano, con il Polo Nord al centro, e l’Antartide costituito da un muro di ghiaccio che ne delimita la circonferenza. Il Sole e la Luna, inoltre, si troverebbero a poche migliaia di chilometri dalla Terra e avrebbero un diametro di 50 Km. Rowbotham pubblicò una seconda edizione del suo volume nel 1865 ampliandone il contenuto fino a 221 pagine, alla quale seguì una terza edizione nel 1881, di 430 pagine, in cui esponeva le basi della sua teoria. Grazie anche alla sua capacità dialettica e alla sua ostinazione, Rowbotham conquistò numerosi seguaci e tenne testa in feroci dibattiti ad alcuni influenti membri della comunità scientifica dell’epoca. Dopo la morte di Rowbotham, nel 1884, i suoi sostenitori fondarono la Universal Zetetic Society destinata a diventare negli anni ‘50 la Flat Earth Society che, oltre a sostenere il modello di Rowbotham, raccoglieva sostenitori di pseudoscienze in genere e si batteva contro le scienze consolidate.

Oggi i terrapiattisti sono relativamente pochi, ma molto tenaci. Un sondaggio del 2018 ha rivelato che circa il 2% degli americani adulti è convinto che la Terra sia piatta, e un ulteriore 5% ha iniziato ad avere dubbi sulla forma del nostro pianeta. I terrapiattisti italiani hanno tenuto il loro ultimo convegno a Milano nel 2019. Potrebbero anche essere divertenti, se non fosse per il fatto di rifiutare totalmente la storia e la scienza. Ed è quest’ultima caratteristica che li accomuna ad altre specie di ignoranti e li rende pericolosi. Infatti, come sosteneva Bertrand Russel, e come Dunning e Kruger hanno dimostrato, gli ignoranti sono sicuri di sé, e quindi determinati e aggressivi, mentre le persone competenti sono piene di dubbi e indecisioni. Senza contare che gli argomenti di questi ultimi suonano spesso freddi e difficili da comprendere ai profani. E quindi può succedere che nelle arene costituite dai social e dai talk show gli ignoranti prevalgano sui competenti, almeno nella percezione del grande pubblico, anche a causa di un altro bias cognitivo che ci induce a percepire e capire in modo privilegiato ciò che già rientra nei nostri schemi e preconcetti.

Purtroppo si è recentemente diffusa, non solo in Italia, una “cultura dell’ignoranza” in cui è ritenuto normale che si parli di medicina, di ingegneria, di economia o di diritto senza averne alcuna competenza; anzi, educazione e conoscenza sono viste come strumento di sopraffazione delle élite nei confronti del popolo in generale. Come possiamo quindi stupirci che un sindaco privo di qualunque competenza sostenga che i vaccini servano a trasformare la gente in zombie? E che gli amministratori di centinaia di comuni italiani abbiano votato contro l’installazione delle antenne 5G sostenendo che le frequenze associate causino il Covid-19? E questo non perché confondano onde elettromagnetiche con radiazioni ionizzanti (sono certo che ignorino perfino il significato di questi termini), ma semplicemente perché sugli ignoranti agisce con forza il bias della “correlazione illusoria”.

Stiamo giocando a tennis. È il nostro turno di servizio. Ci aggiustiamo i calzini un po’ scesi, serviamo e facciamo un ace… e ci convinciamo che il merito è del gesto compiuto poco prima. Da allora in poi l’aggiustamento dei calzini prima del servizio diventa un rito. E se per una persona colta e intelligente ciò acquista solo un vago significato apotropaico, per l’incolto diventa una relazione causa-effetto. Seguendo la stessa logica potremmo dimostrare che negli USA la ricerca spaziale è la causa dei suicidi per impiccagione, strangolamento e soffocamento (cfr. fig. 3), o che i film di Nicolas Cage sono la causa delle morti per annegamento nelle piscine (cfr. fig.4).

Fig. 3 – La ricerca spaziale e tecnologica causa il suicidio negli USA?

La correlazione illusoria tra 5G e Covid-19 è peraltro molto meno stretta di quelle illustrate in figura. Si basa infatti sull’idea (oltretutto falsa) che le regioni a maggiore diffusione dell’infezione siano anche quella con la maggiore copertura 5G. Se questa coincidenza si è verificata in Cina, ove Wuhan ha effettivamente un’elevata densità di antenne, non è vera in Italia, ove Umbria, Veneto e Puglia hanno una copertura maggiore della Lombardia, come non è vera in molte altre zone del mondo ove il 5G neanche esiste. Migliaia di studi confermano in realtà che i campi elettromagnetici generati da questa tipologia di antenne sono assolutamente innocui, e che semmai occorre prestare attenzione all’uso smodato dei telefonini specie se accostati all’orecchio.

Fig. 4 – I film di Nicolas Cage sono pericolosi per i frequentatori di piscine?

Una significativa percentuale di ignoranti esiste purtroppo in ogni parte del mondo. Quando questi convergono con i movimenti antisistema l’ignoranza degenera nella violenza, come è successo ad esempio in Inghilterra, ove sono state incendiate decine di torri, o negli Stati Uniti, ove le proteste contro il lockdown hanno assunto in alcuni casi un carattere violento. Le cose peggiorano quando, per stupidità o interesse, l’ignoranza viene alimentata da qualche giornalista, commentatore o politico. Ma quello che proprio non riesco a sopportare è che persone talmente ignoranti da farsene addirittura un vanto assurgano a posizioni di governo e gestiscano il destino di un Paese. Ciò diventa drammatico in un momento in cui avremmo invece bisogno delle nostre migliori intelligenze. Lungi da me sostenere che per essere rappresentante del popolo nelle istituzioni si debba per forza possedere una laurea o un dottorato. Esistono persone molto istruite e molto stupide, così come esistono persone che non hanno potuto godere di un’educazione formale, ma si sono arricchite culturalmente con l’impegno e la passione che hanno messo nel loro lavoro o nel sostegno di una causa.

In ogni caso un Paese in cui il merito non è riconosciuto e in cui le competenze non vengono rispettate o sono addirittura derise non può avere un grande futuro. Intendiamoci: una parte della colpa è anche di sedicenti esperti da talk show, di pseudo scienziati narcisisti e magari anche di qualche paludato accademico che non riesce neanche a farsi capire. Come diceva Einstein: “se non riesci a spiegarlo a un bambino di sei anni vuol dire che non l’hai capito neanche tu”.

In un mondo ideale arriverebbero ai vertici delle istituzioni solo persone che abbiano già dimostrato di avere valore e competenza. Se questo non succede è colpa nostra: riflettiamoci prima del voto, e ricordiamo sempre che, come diceva Martin Luther King Jr: «Nulla al mondo è più pericoloso di un’ignoranza sincera e una stupidità coscienziosa.»

La strip è proprietà di Scott Adams, autore di Dilbert.

[1] Unskilled and Unaware of It: How Difficulties in Recognizing One’s Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments.

[2] Zetetica nello scetticismo greco indicava la ricerca incessante del vero.