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Banditi, stupidi e sprovveduti il fattore sigma e le leggi di Cipolla

Dovremmo essere tutti molto interessati al futuro, perché è li che passeremo il resto della nostra vita. Almeno, questo è quanto sosteneva Charles Franklin Kettering, ingegnere e geniale inventore americano. Per troppo tempo, invece, nel nostro Paese ci siamo interessati più del presente che del futuro, a differenza di ciò che hanno fatto nel secondo dopoguerra i nostri padri, cui dobbiamo gran parte degli investimenti infrastrutturali su cui ancora oggi contiamo.

Quando sarà il momento valuteremo i modi, i tempi, i provvedimenti presi a livello politico per fronteggiare l’emergenza. Ora il dovere di tutti è pensare al futuro, per far si che l’enorme prezzo che il paese sta pagando e pagherà per questa epidemia, in termini sia di vite umane che di impoverimento collettivo, non venga sprecato. Il punto non è come e quando tornare alla “normalità”. Il punto fondamentale è capire se abbiamo imparato qualcosa, o se saremo quelli di prima: in quest’ultimo caso, come diceva Winston Churchill, avremmo “sprecato una buona crisi”.

In questi giorni ho letto molti autorevoli commenti sugli interventi indispensabili per una ripresa veloce e duratura: sburocratizzazione, semplificazione, lotta senza quartiere alla corruzione e all’evasione fiscale, ecc. Tutte cose giustissime. Che però trascurano ciò che conferisce a questi mali endemici (non solo del nostro Paese) un’efficacia devastante: il “fattore sigma”. Più pericoloso e pervasivo della mafia, il fattore sigma può produrre danni incalcolabili a tutte le organizzazioni, dalle imprese ai grandi sistemi sociali.

Il fattore sigma è la percentuale di stupidi presenti nel sistema sociale. È stato analizzato da Carlo M. Cipolla, professore di storia economica a Berkeley, che lo ha definito “una delle più potenti e oscure forze che impediscono la crescita del benessere e della felicità umana”. Il merito di Cipolla è soprattutto quello di aver dato una definizione comportamentale di stupidità, prescindendo quindi da opinabili misure del QI o da altri discutibili test psicologici: una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.

Figura 1

L’analisi di Cipolla parte dalla considerazione che ciascun individuo, con i suoi comportamenti, produce una variazione, positiva o negativa, del livello di benessere collettivo. Tali variazioni possono essere riportate nel grafico di figura 1 che rappresenta le conseguenze delle azioni di un generico individuo in termini di vantaggio individuale (asse X) e vantaggio sociale (asse Y). Nel primo quadrante (A) si collocano le persone “intelligenti” che riescono a produrre guadagni per sé e per altri. Nel quadrante B troviamo le persone che guadagnano a spese della società (vantaggio individuale positivo, vantaggio sociale negativo) e che quindi potremo definire genericamente “banditi”. Nel quadrante D troviamo coloro che sacrificano sé stessi a favore di altri, e che chiameremo, secondo la nomenclatura di Cipolla, sprovveduti. Infine, il quadrante C riguarda gli irrimediabilmente “stupidi” che, con le loro azioni, danneggiano sia sé stessi che altri.

Figura 2

La vera discriminante, tuttavia, è la bisettrice dei quadranti D e B (figura 2). Al di sopra di questa linea si collocano infatti le persone che comunque danno un contributo sociale positivo, nel senso che il bilancio complessivo delle loro azioni è maggiore di zero, indipendentemente da come questo sia distribuito. Mi spiego meglio. Un individuo del quadrante B che si trovi esattamente sulla bisettrice è un “bandito perfetto”, il cui guadagno è pari esattamente alla perdita altrui. Il borseggiatore che con destrezza mi alleggerisce di 100 euro senza che io me ne accorga e senza procurarmi altri danni è un bandito perfetto. Certo non sarò felice per l’accaduto, ma il bilancio sociale è in pareggio: si è trattato di un semplice trasferimento di ricchezza. Se però per rapinarmi la stessa cifra mi sfondano il finestrino della macchina (o, peggio, mi sparano) abbiamo a che fare con banditi stupidi, perché il danno sociale è superiore al guadagno individuale: complessivamente la società è in perdita. Il bandito intelligente, invece, riesce con le sue azioni a ottenere guadagni superiori alle perdite che causa negli altri. Sfortunatamente sono relativamente pochi i banditi che si collocano nell’area BI; la maggior parte di loro si colloca purtroppo nell’area BS.

Allo stesso modo potremmo definire sprovveduti intelligenti (eroi?) coloro che si sacrificano per una causa importante, procurando alla società un vantaggio maggiore di quanto essi perdano; saranno invece sprovveduti stupidi coloro i cui sacrifici non sono compensati da un sufficiente vantaggio sociale (per semplicità prescindiamo qui dai problemi, su cui si sono soffermati altri autorevoli studiosi, posti dal confrontare e comporre in una funzione di benessere sociale le utilità di individui diversi).

La seconda legge fondamentale di Cipolla afferma che “la probabilità che una persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona”. Mi spiace per voi (e anche per me), ma l’educazione e l’ambiente sociale non vi proteggono dal fattore sigma. Rimanendo all’interno del mio ambiente di riferimento (l’Università – sarei stupido se parlassi di cose che non conosco troppo bene!) e prendendo in considerazione in un’analisi sperimentale i quattro aggregati dei professori, degli studenti, degli impiegati e degli addetti alle pulizie scopriremmo che il fattore sigma li colpisce in ugual misura: la percentuale di stupidi sarà con notevole approssimazione la stessa. Ma il fatto più drammatico è che interviene qui la prima legge fondamentale: tale percentuale sarà sempre superiore alle più nere previsioni!

Fortunatamente, è provato che buona parte degli stupidi non provochi grandi danni. Il potenziale di pericolosità di uno stupido dipende da due elementi: il livello di stupidità che i suoi geni gli hanno portato in dote, e la posizione di potere che egli occupa all’interno del proprio gruppo sociale. Rimanendo nell’esempio universitario, un professore stupido è di per sé una iattura, ma la sua pericolosità aumenta se diventa Direttore di un Dipartimento o, peggio ancora, Rettore.

Ma come fanno gli stupidi ad accedere a tali posizioni? Cipolla osserva che storicamente classe e casta hanno garantito un flusso costante di stupidi ai livelli più alti della società. Oggi al posto di classe e casta troviamo partiti politici e burocrazia. Come dice Cipolla “in base alla seconda legge, la frazione σ di persone che votano è fatta di stupidi e le elezioni offrono loro una magnifica occasione per danneggiare tutti gli altri, senza ottenere alcun guadagno dalla loro azione. Esse realizzano questo obiettivo, contribuendo al mantenimento del livello σ di stupidi tra le persone al potere”.

Lo stesso sistema burocratico contiene meccanismi omeostatici che tendono alla conservazione, contrastano i cambiamenti, e favoriscono lo stratificarsi e sovrapporsi di norme e regole anche quando queste sono inutili, obsolete, dannose e servono solo a soddisfare esigenze interne a spese dei servizi che dovrebbero essere prodotti. Portata alle estreme conseguenze la macchina burocratica è come un parassita che prolifera fino ad uccidere il proprio ospite… e quindi anche sé stessa: per definizione, stupida.

Ma se σ è una costante universale, cos’è che fa la differenza tra una società in ascesa e una in declino? Semplicemente è il grado di controllo che gli altri membri della società hanno sugli stupidi. Se a questi viene concesso di esplicare liberamente il loro attivismo, la società è condannata. In un Paese in declino, infatti, pur essendo sempre pari a σ la percentuale di stupidi, si nota un’allarmante proliferazione di banditi stupidi tra le persone al potere e una altrettanto allarmante crescita degli sprovveduti nel sistema sociale. Potrebbe sembrare cinico includere la crescita di persone disposte a sacrificarsi per gli altri tra le cause di declino: tuttavia è indiscutibile che, se atti di abnegazione ed eroismo possono permettere di superare un momento di crisi, nel lungo periodo nessun sistema può fondarsi sul sacrifico sistematico di una parte dei suoi membri.

Qui veniamo al punto fondamentale dell’analisi. La perdita di controllo sull’attivismo degli stupidi è spiegata, secondo Cipolla, dal fatto che sempre e inevitabilmente le persone intelligenti sottovalutano il numero di individui stupidi e il loro potenziale nocivo. Inoltre, mentre uno stupido si comporta sempre e irrimediabilmente da stupido, tutte le persone intelligenti hanno i loro momenti di stupidità (primo corollario di Livraghi).

Insomma, la stupidità non può essere abolita; ma per contrastare il declino della nostra società occorre metterla sotto controllo, così come hanno fatto i nostri padri nel secondo dopoguerra, rafforzando l’intelligenza, le competenze, le capacità di giudizio dei molti. Una nota incoraggiante in questo senso è venuta dalla risposta alla crisi. La stragrande maggioranza delle persone ha risposto in modo intelligente, consapevole e responsabile. Il personale sanitario e tutti coloro che hanno consentito e consentono al Paese di sopravvivere nell’emergenza, dall’ordine pubblico, alla logistica, ai servizi essenziali hanno dimostrato di essere all’altezza. Sta a loro non dimenticare. Sta a loro opporsi alla stupidità con la forza della ragione, del dubbio, della curiosità, delle competenze.

Concludo con le parole di Roberto Vacca, un altro grande Maestro, nel suo “Manuale per un’improbabile salvezza”: La rivoluzione che propongo non ha bisogno di pugni chiusi e non ha bisogno di slogan: è una rivoluzione di cultura, di pianificazione, di razionalità, di decisioni informate e di elaborazione corretta dei dati disponibili. Se effettivamente un numero sufficiente di persone si convincerà che sapere è meglio che possedere e che in ogni situazione è meglio sapere di più che sapere di meno, allora sarà già cominciato un nuovo importante rinascimento.

La strip è proprietà di Scott Adams, autore di Dilbert